Indice
- Sbrigliamento (debridement) autolitico
- Medicazioni naturali: il miele come antibatterico
- Modulatore delle metalloproteinasi (MMP), antinfiammatorio, antiossidante
- Regolatore del PH
- Tra le medicazioni naturali capaci di accelerare la guarigione
Le medicazioni avanzate a base di miele sono state utilizzate come medicazioni topiche sin dall’antichità per la gestione delle lesioni cutanee, in relazione alle loro proprietà antibatteriche. Con l’avvento dell’antibiotico terapia, tali medicazioni sono state abbandonate per poi essere reintrodotte nella pratica clinica a seguito dello sviluppo di resistenze batteriche. Infatti, a differenza delle medicazioni convenzionalmente utilizzate nel trattamento delle piaghe da decubito e dell’antibiotico terapia, le medicazioni a base di miele ad oggi non sembrerebbero presentare alcun tipo di resistenza batterica.
Il miele è stato utilizzato come medicazione da applicare sulla cute nel corso di migliaia di anni, a partire dalla antica Grecia, Roma, Cina, Korea e con accenni addirittura biblici, ma solo in tempi più recenti è disponibile una spiegazione scientifica per la sua efficacia. Si è ora realizzato che il miele è una medicazione biologica per una serie di attività bioattive che lavorano in concomitanza per accelerare il processo di guarigione.
Quali sono le principali attività della medicazione con miele?
Sbrigliamento (debridement) autolitico
Il miele è una soluzione di zucchero supersatura che contiene circa il 17% di acqua e l’80% di zuccheri, il rimanente composto è un insieme di proteine (tra cui gli enzimi del glucosio ossidasi e catalasi) e circa 18 aminoacidi essenziali e non essenziali. Questo fa sì che per effetto osmotico richiami acqua dalle cellule del letto della lesione.
Medicazioni naturali: il miele come antibatterico
Partendo dal suo effetto osmotico, il miele rimuove l’acqua dal letto della lesione necessaria per la sopravvivenza dei batteri riducendo la loro capacità di riprodursi. Ma come funziona su lesioni infette, dove l’essudato richiamato diluisce successivamente l’effetto antimicrobico del miele? Il miele di per sé produce perossido di idrogeno grazie agli enzimi del glucosio ossidasi e catalasi nel momento in cui vengono in contatto con l’essudato, in piccolissime percentuali, ma una medicazione antibatterica ha solitamente una concentrazione del 3% di perossido di idrogeno per una azione antisettica efficace. Un altro motivo per cui il miele è un antibatterico è il suo pH molto acido (3,2-4,5) e questo inibisce la crescita della maggior parte dei micro-organismi nocivi.
Modulatore delle metalloproteinasi (MMP), antinfiammatorio, antiossidante
Ci colleghiamo al fattore pH acido del miele riflettendo sul dato che, in una lesione cronica, il prolungamento della fase flogistica interferisce con la normale guarigione per via di uno sbilanciamento tra deposizione di tessuto, stimolato dai fattori di crescita, e distruzione del tessuto mediato dalle MMP che sono degli enzimi prodotti da diverse cellule del tessuto connettivo e secreti nella matrice cellulare.
Le MMP sono legate anche al valore di pH del microambiente della ferita, valori di pH alcalino ne favoriscono l’attività, un ambiente acido aumenta il rilascio dell’ossigeno dall’emoglobina impedendo la loro attività distruttiva. L’azione antinfiammatoria del miele è stata dimostrata su studi di lesioni in animali e i dati confermati da osservazioni cliniche su lesioni in umani. La capacità antiossidante del miele che agisce quindi sui radicali liberi dell’ossigeno ridurrà l’infiammazione della ferita.
Regolatore del pH
L’attività delle proteasi è estremamente condizionata dal pH. Le proteasi hanno la loro massima capacità catalitica tra pH 7 e pH 8 e decresce rapidamente quando il pH si abbassa. A pH 4 le proteasi sono inattivate irreversibilmente. Il pH delle lesioni è neutro o tende comunque all’alcalinità, mentre il pH della cute integra è acido: pH 5,5. Quando una lesione viene condotta in un ambiente acido, i fibroblasti proliferano più attivamente e il processo di guarigione viene stimolato più di quanto non lo sarebbe in ambiente neutro o alcalino. Il pH estremamente acido del miele aiuta a interrompere la fase di cronicizzazione della lesione favorendo i processi di guarigione di conseguenza.
Le medicazioni naturali come acceleratori di guarigione
Correggendo tutti i fattori precedenti la conseguenza principale è proprio il raggiungimento della guarigione della ferita in più breve tempo. Esistono buone evidenze del fatto che il miele abbia anche attività bioattive che stimolano la risposta immunitaria, promuovendo così la crescita dei tessuti per la riparazione delle ferite.
SITOGRAFIA
http://www.espertidivulnologia.it/2018/08/14/revamil_miele/
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AUTORE: Valeria Pisani