Tra gli interventi più efficaci per prevenire l’insorgenza di lesioni da decubito vi sono le norme igieniche, la nutrizione, la mobilizzazione e il posizionamento e la riduzione della compressione. Per la prevenzione delle piaghe da decubito, quattro requisiti essenziali. È molto importante educare il paziente circa le misure preventive da adottare, affinché egli stesso, ove possibile, collabori con gli operatori sanitari. Questi ultimi dal canto loro devono provvedere al passaggio delle informazioni.
È importantissimo mobilizzare in modo regolare e costante il paziente, in quanto la mobilizzazione rappresenta la prima forma di difesa dell’organismo contro la compressione.
Nei pazienti che hanno conservato la capacità di deambulare, occorre stimolare il più possibile il movimento, accompagnando la persona o fornendole gli ausili necessari (bastone, tripode, girello, corrimano) per dare sicurezza e autonomia.
A coloro che hanno perso la capacità di deambulare ed ai pazienti totalmente allettati è necessario garantire una corretta mobilizzazione, anche ricorrendo ad assistenza domiciliare.
Cambiare la postura ogni ora. Il cambiamento deve avvenire molto precocemente associando cuscini antidecubito (evitare le ciambelle).
Utilizzando questo piccolo strumento, cioè la mobilizzazione, possiamo perseguire il nostro obiettivo, informando e orientando i familiari su questo importantissimo aspetto della cura e dell’assistenza verso il paziente allettato. La mobilizzazione infatti ricopre un ruolo molto importante nel garantire la corretta circolazione del sangue, di vitale importanza per evitare l’insorgere di ulcere da decubito in diverse parti del corpo.
È possibile ridurre la compressione con dispositivi e ausili antidecubito.
“Per ausili intendiamo quegli strumenti che permettono l’adattamento individuale della persona all’ambiente” .
Un presidio antidecubito è un supporto o dispositivo atto a ridurre o scaricare la pressione di contatto esercitata dal corpo su di una superficie, attraverso modalità diverse. Le superfici antidecubito vengono suddivise in classi ed ogni classe comprende numerosi prodotti con caratteristiche diverse.
Questi permettono di tollerare meglio l’immobilità tra un cambio di postura e l’altro, ma non possono ridurre la frequenza o essere sostitutivi degli interventi di mobilizzazione sopra ricordati. Devono essere considerati all’interno di un piano complessivo di assistenza al paziente.
Quelli comunemente usati riducono di circa la metà la pressione di contatto di un normale materasso, che si aggira sui 160 mm Hg.
Solo pochissimi e costosi dispositivi riducono la pressione di contatto sotto il livello di rischio, cioè sotto la pressione di occlusione dei capillari (circa 32 mm Hg). Anche in questo caso i talloni rimangono una zona a rischio.
Non vi sono studi sufficienti che dimostrino differenze di efficacia tra i diversi tipi di dispositivi in commercio. I letti ad aria fluidizzata ed a cessione d’aria sembrerebbero migliorare la guarigione della lesione, accelerandola.
Oltre a ridurre la pressione di contatto, i materassi forniscono il supporto più adeguato alle esigenze del paziente, effettuando la valutazione del grado di rischio del paziente.
I dispositivi di supporto devono possedere almeno le seguenti caratteristiche:
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