Pico, la terapia a pressione negativa (TPN) nelle lesioni, rappresenta una terapia integrativa adoperata quando l’ulcera non consegue segni di guarigione rilevanti attraverso l’utilizzo di medicazioni avanzate.
Per identificare questo tipo di terapia vengono utilizzati diversi acronimi, tra i quali NPWT (negative pressure wound therapy) e NPT (negative pressure therapy).
È a tutti gli effetti un trattamento praticato sui tessuti danneggiati per stimolarne il processo di remissione e l’applicazione deve essere seguita da uno specialista.
Il suo impiego comporta diversi benefici dimostrabili scientificamente dal punto di vista clinico. Nonostante oggi, in alcune realtà, si preferisce il trattamento standard per la cura delle lesioni da decubito, la terapia a pressione negativa riduce, nel lungo periodo, i costi complessivi del trattamento.
È opportuno utilizzare la Terapia a pressione negativa al manifestarsi di diversi tipi di piaghe da decubito, siano esse acute o croniche. È, altresì, utile considerarne l’utilizzo quando la lesione non progredisce verso la guarigione nei tempi previsti, ad esempio quando la contrazione dei margini della ferita avviene con troppa lentezza con le cure standard.
Si riscontrano casi clinici in cui l’utilizzo della TPN è sconsigliato. Ad esempio quando l’ulcera presenta del tessuto necrotico con presenza di escara, nei casi di osteomieliti non trattate e in presenza di fistole non esplorate. Non idonea anche in caso di lesioni neoplastiche e di esposizione di vasi sanguigni, nervi o organi.
PICO è un sistema di terapia a pressione monouso e innovativo che rappresenta un nuovo modo di trattare i pazienti che potrebbero trarre beneficio dall’applicazione della terapia a pressione negative (NPWT).
PICO genera una forza di suzione (NPWT) che sottrae l’eccesso di liquidi da una ferita e impedisce che la zona lesa venga contaminata, favorendo quindi la guarigione.
PICO è composto da una pompa (NPWT) collegata ad una medicazione assorbente e delicatamente adesiva.
La medicazione viene applicata sul letto della ferita e, per mantenerla fissata in sito, sui suoi bordi vengono aggiunti delle strisce adesive.
Quando la pompa viene messa in funzione, l’aria viene risucchiata fuori dalla medicazione e l’eccesso di liquidi della ferita comincia a trasferirsi nella medicazione.
La medicazione aiuta a prevenire la contaminazione batterica della ferita. Può anche migliorare il flusso sanguigno verso la ferita e ciò promuove la guarigione.
La medicazione può essere lasciata in sito fino a 7 giorni, a seconda della quantità di liquidi prodotta dalla ferita.
Ciò dipenderà da dimensioni, tipo, quantità di liquido drenato e posizione della ferita.
Il medico o l’infermiere che segue il trattamento deciderà quanto spesso cambiare la medicazione.
Dott.ssa in Economia Aziendale specializzata in Marketing e Comunicazione
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