La mobilizzazione del paziente allettato e il suo posizionamento sono fondamentali per assicurare il benessere e il mantenimento di una giusta posizione che prevenga la comparsa di patologie posturali, contratture muscolari, piaghe da decubito e complicanze respiratorie e cardiovascolari.
Le manovre necessarie per la mobilizzazione del paziente allettato devono essere precise e calibrate in base al soggetto collaborante o non collaborante e, in base a questa differenza, tale procedura viene definita mobilizzazione attiva o passiva.
E’ fondamentale che i pazienti allettati non restino nella stessa posizione a lungo in quanto, la pressione esercitata dalla superficie di appoggio sui tessuti, genera una diminuzione della circolazione che è la causa scatenante della formazione delle piaghe da decubito.
La mobilizzazione attiva del paziente
Si parla di mobilizzazione attiva quando il paziente allettato è collaborante e, quindi, riesce, anche in minima parte, a muoversi o a sollevarsi autonomamente. E’ comunque fondamentale la presenza di un operatore sanitario o di un caregiver che assista il paziente in tali operazioni per assicurarsi che il tutto avvenga in sicurezza e si completi con il raggiungimento della corretta posizione:
- L’operatore (o caregiver) deve spiegare al paziente come si svolgerà la movimentazione e chiedere la sua collaborazione.
- Dopo avergli piegato le gambe, con un braccio deve circondargli le spalle per aiutarlo a spostare le ginocchia e a sollevare il tronco. Questa rotazione permette di spostare il paziente sul bordo del letto passando dalla posizione supina a quella seduta.
- Per passare dal letto alla carrozzina, l’operatore si deve posizionare di fronte alla persona con le gambe leggermente divaricate, in modo da contenere le ginocchia dell’anziano.
- L’assistente deve chiedere al paziente di circondarlo con le braccia, per poterlo sollevare utilizzando il proprio corpo come contrappeso per spostarlo leggermente in avanti.
- Una volta raggiunta la posizione eretta, l’operatore può ruotare leggermente la persona verso la sedia accompagnandola fino alla posizione seduta.
La mobilizzazione passiva
La mobilizzazione passiva del paziente allettato prevede una serie di manovre più complesse che devono essere messe in atto in presenza di un paziente non collaborante. Per la mobilizzazione passiva occorre la presenza di due operatori.
Le procedure di questa tecnica sono uguali a quelle descritte sopra, per quanto riguarda i movimenti dell’assistente che si pone davanti alla persona. Il secondo assistente dovrà invece porsi dietro al paziente per sostenerlo durante le fasi di spostamento e per ruotargli il bacino verso la sedia a rotelle nel momento della seduta.
Esistono diversi ausili dedicati alla mobilizzazione del paziente allettato, come ad esempio il sollevatore e i letti manuali o elettrici: entrambi ausili indispensabili per prevenire eventuali danni causati durante la movimentazione e il riposizionamento del paziente.
Dedicati alla movimentazione del paziente non collaborante sono i sistemi di trasferimento: ausili progettati per agevolare le operazioni di movimentazione dei pazienti in totale sicurezza. Sono dotati di forme e dimensioni differenti e sono realizzati con superfici che agevolano lo scivolamento per un efficace e sicuro spostamento come assi per il trasferimento e teli per il trasferimento.


Dott.ssa in Economia Aziendale specializzata in Marketing e Comunicazione