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Nel trattamento di una lesione cutanea è di fondamentale importanza una corretta detersione: rappresenta il primo passo per preparare alla guarigione il letto della ferita dell’ulcera cutanea. 

Per detersione si intende l’azione del pulire, del togliere via, del rimuovere tutto ciò che ostacola la guarigione di una ferita ovvero il materiale superficiale e poco aderente che si è stratificato sul fondo della ferita, i germi di superficie, l’essudato fluido depositatosi ed eventualmente i residui di precedenti medicazioni locali. Più in generale, per ottenere la guarigione della ferita, la stessa va mantenuta pulita.

L’azione del detergere, inoltre, consente una miglior visualizzazione della ferita per la sua valutazione.

Secondo le raccomandazioni dell’EPUAP (European Pressure Ulcer Advisory Panel) è necessario:

    • Detergere l’ulcera da pressione a ogni cambio di medicazione
    • Detergere la maggior parte delle ulcere da pressione con soluzione acquosa: soluzione fisiologica o detergente specifico
    • Considerare l’uso di una tecnica asettica, ad esempio mediante l’utilizzo di garza sterile e guanti sterili, qualora il paziente, la lesione o l’ambiente di guarigione della ferita siano compromessi
    • Considerare l’uso di soluzioni detergenti con surfattanti e/o antimicrobici per detergere le ulcere da pressione che presentano scorie o in presenza di una ferita infetta
    • Detergere con attenzione le ulcere da pressione con tragitti sinuosi/tunnellizzazioni/sottominature o più in generale, ferite in cui sia esposto il tessuto sottocutaneo
    • Applicare la soluzione detergente con una pressione sufficiente a detergere la ferita senza danneggiare il tessuto o spingere i batteri nel tessuto sottocutaneo

  • Chiudere ed eliminare in modo appropriato la soluzione utilizzata per l’irrigazione al fine di ridurre la contaminazione crociata
  • Non prestare attenzione solo al tessuto di granulazione o alla ferita infetta ma detergere accuratamente anche la cute perilesionale.

La tecnica dell’irrigazione

Nel trattamento di una lesione cutanea la tecnica più utilizzata, ovvero quella che raccoglie i maggiori consensi tra gli esperti del settore, è rappresentata dalla irrigazione.

Essa consiste nel lavare la ferita con uno strumento, ad una pressione definita, ad una temperatura adeguata e con una soluzione acquosa adatta al tipo di ferita. In sintesi i principali fattori che condizionano l’irrigazione sono:

  • la temperatura
  • la quantità e le caratteristiche dell’agente detergente
  • la pressione e la durata della procedura

La procedura può essere eseguita con una siringa sterile da 30-35 ml applicandovi un ago o l’anima siliconica di un’ago-cannula. Una pressione convinta sullo stantuffo rappresenta la spinta liquida ideale per ottenere una detersione efficace.

Una pressione inferiore avrebbe solo l’effetto di inumidire il fondo della lesione e non di pulizia superficiale, al contrario una pressione superiore sarebbe nociva per il trauma cellulare e l’azione negativa sulla circolazione del sangue a livello dei capillari e tenderebbe a spingere materiale e batteri di superficie nel tessuto sottocutaneo.

Una pressione esagerata determinerebbe, inoltre, una contaminazione ambientale attraverso gli schizzi e l’aerosol di particelle dal fondo della lesione. In considerazione di questo, è opportuno sottolineare l’importanza di indossare mezzi di protezione individuale per evitare la contaminazione delle prime vie aeree degli operatori da parte di germi presenti sulla superficie della ferita (es Staphilococcus Aureo).

Oltre alla pressione il fattore determinante è la temperatura dell’agente liquido che deve essere tarata su quella corporea e può oscillare tra i 37°C e i 39°C. Una temperatura congrua esercita un effetto benefico sul fondo e sui margini della ferita aumentando l’afflusso ematico e migliorando in tal modo la circolazione del sangue e di conseguenza la tensione locale dell’ossigeno, risultando anche più confortevole per il paziente. Un aumento della pressione a livello del microcircolo infatti determina una maggiore disponibilità di ossigeno a livello locale che pone le basi per la guarigione.

Soluzioni fredde provocano shock termico della ferita con vasocostrizione locale, con danneggiamento del tessuto di granulazione e impatto negativo sulla mitosi cellulare e possono anche scatenare sensazione dolorosa.

L’agente detergente adatto a una lesione cutanea

L’agente detergente ideale al trattamento di una lesione cutanea dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:

  • non essere né tossico né allergogeno
  • restare attivo in presenza di materiale organico
  • essere in grado di diluire la carica microbica
  • essere economico e di facile stoccaggio

Individuati strumento, pressione, temperatura e tipo di agente liquido non resta che determinare la quantità di soluzione acquosa da irrigare per raggiungere gli obiettivi prefissi; il suggerimento è quello di essere sempre generosi sulla quantità di fluido (non certo 10 ml) riempiendo una siringa da 35 ml almeno 10 volte, cercando di indirizzare il flusso in tutte le direzioni e con diverso piano tangenziale.

L’irrigazione è la pratica più diffusa ma non l’unica per detergere una ferita. Sono da menzionare la tecnica dell’immersione, il tamponamento e la Soft Graze, ovvero quella manovra di delicato sfregamento con una garza di cotone traspirante imbevuta di soluzione acquosa sul fondo della lesione (non corrisponde in alcun modo al “soft debridement” poiché non si esercita alcuna forza di rimozione di tessuto devitalizzato né tantomeno di necrosi).

Il Soft Graze agisce con le medesime caratteristiche dell’irrigazione ma con un diverso strumento. Tale procedura è certamente più condizionata dalla manualità dell’operatore e la sua esecuzione non segue delle regole fisse in termini di pressione e temperatura, ma in assenza di fistolizzazioni, tunnels, o ampie sottominature raggiunge gli stessi obiettivi anche sul tessuto sottocutaneo.

In sintesi la detersione, con qualsiasi tecnica venga realizzata, rappresenta un passaggio fondamentale nella gestione delle ferite acute e croniche, sia nei pazienti ospedalizzati (ricovero o ambulatorio) che ancora di più nei soggetti seguiti al domicilio in cui non solo la ferita, ma tutta la cute va mantenuta pulita.

 

 

SITOGRAFIA: 

http://www.epuap.org/wp-content/uploads/2016/10/italian-traduzione-linee-guida-epuap-final-version-updated-jan2016.pdf

http://www.epuap.org/wp-content/uploads/2016/10/qrg_prevention_in_italian.pdf

https://www.dimensioneinfermiere.it/trattamento-locale-lesione-cutanea-la-detersione/

 

AUTORE: Valeria Pisani

 

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