Indice: La responsabilità degli infermieri nelle piaghe da decubito

Introduzione

La formazione delle piaghe da decubito è dovuta ad una serie di concause: l’età avanzata, l’allettamento e l’immobilità. Insieme a questo c’è però un altro elemento che ha pari responsabilità: l’assistenza infermieristica in ambiente ospedaliero e domiciliare.

Il D.P.R. 14/1/95 e le Linee Guida

Troppo spesso il tempo dedicato all’assistenza di chi soffre di piaghe da decubito è troppo poca. Si tratta di prevenzione e di assistenza, elementi fondamentali quando si parla di piaghe da decubito. Il D.P.R. 14/1/95 introduce una serie di indicatori atti a misurare l’efficacia delle strutture ospedaliere, il rispetto del diritto degli utenti e la qualità dell’organizzazione. Uno degli indicatori del decreto fa riferimento al numero di utenti con lesione e valuta la qualità dell’assistenza che riceve.

È necessario e fondamentale che tutti gli operatori sanitari utilizzino le linee guida nel trattamento delle piaghe da decubito al fine di ridurre l’insorgenza di questo fenomeno e prestare un buon servizio. Quello che ha condotto alla necessità di definire delle linee guida è stato:

  • la volontà di migliorare le prestazioni infermieristiche attraverso l’utilizzo di un linguaggio comune e delle pratiche standard;
  • la volontà di ridurre le piaghe da decubito e quindi ridurre la durata dell’ospedalizzazione o delle cure domiciliari;
  • la necessità di limitare i costi;

Il Decreto Legislativo n.42/99 “Disposizioni in materia di professioni sanitarie”

Con l’introduzione del D. lgs n.42/99 “Disposizioni in materia di professioni sanitarie” la responsabilità dell’infermiere ha assunto un ruolo cruciale. Se in precedenza l’infermiere poteva svolgere le sue mansioni avendo responsabilità solo della corretta esecuzione e non del risultato finale con questo decreto la responsabilità si estende, difatti al comma 1 si legge che l’infermiere è “l’operatore sanitario … responsabile dell’assistenza generale infermieristica”. Al successivo comma 2, inoltre, si specifica che “l’assistenza infermieristica è di natura tecnica, relazionale ed educativa, le cui principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l’educazione sanitaria”. Allo stesso comma si aggiunge che: “l’infermiere … identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi; pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico”.

Da quanto letto sinora si evince chiaramente che la responsabilità infermieristica non si riferisce soltanto alle prestazioni erogate ma si estende anche ai bisogni che l’utente ha e che non riesce a soddisfare in modo autonomo, alla pianificazione e messa in atto degli interventi infermieristici, nonché alla valutazione dei risultati ottenuti. Insomma, per il paziente, esiste un vero e proprio danno da piaga da decubito.

Le fasi del processo di assistenza infermieristica

In relazione a quanto detto finora è necessario che l’infermiere segua delle fasi.

  • identificazione dei bisogni;
  • determinazione degli obiettivi;
  • pianificazione e attuazione degli interventi;
  • valutazione dei risultati.

È chiaro che chiunque non si attenga a queste disposizioni potrà essere perseguito legalmente. Su questo esiste già una casistica. Nel 2004 il Tribunale di Roma condannò un ospedale e il primario del reparto ospedaliero al risarcimento di un paziente dimesso con una piaga da decubito. Oggi, con le normative attuali, anche l’infermiere sarebbe stato chiamato in causa.

L’infermiere ha l’obbligo di assistere il paziente al fine di prevenire la formazione di piaghe da decubito e di adottare in modo adeguato e tempestivo il trattamento più efficace sulle lesioni già esistenti. Per la prevenzione delle lesioni da decubito è necessario:

  • mantenere la pelle integra e pulita;
  • sottoporre un’adeguata alimentazione;
  • mobilizzazione;
  • mantenimento di una buona funziona cardiocircolatoria;
  • uso di ausili atti alla prevenzione.

La responsabilità infermieristica inizia al momento dell’accettazione. È in questo momento che è necessario valutare attentamente lo stato di salute della pelle e del paziente (età, stato nutrizionale, diabete, iperpiressia, sedazione farmacologia, obesità, cachessia ed altro). In questo stesso momento l’infermiere deve stabilire quale sia il rischio di lesione o di complicanze e in seguito mettere in atto tutti gli interventi che riguardano il cambio di postura, l’utilizzo di ausili antidecubito e l’applicazione di prodotti specifici sulle prominenze ossee.

La responsabilità di altre figura professionali

Una buona prevenzione parte dalla mobilizzazione e la responsabilità non è solo dell’infermiere. Come stabilisce il D.M. n.741/94 la responsabilità è anche del fisioterapista che “svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori e di quelle viscerali conseguenti ad eventi patologici, a varia eziologia congenita o acquisita” (art. 1, comma 1).

È chiaro che sia l’infermiere che il fisioterapista hanno responsabilità professionale nella prevenzione delle piaghe da decubito in soggetti costretti ad allettamento prolungato. Ad ogni modo la responsabilità è anche del medico poiché le piaghe da decubito sono correlate a fenomeni come la macerazioni, pressioni e frizioni e da tutti altre fattori legati allo stato di salute generale del paziente.

In questo caso il medico deve fare una diagnosi tempestiva al fine di decidere per il giusto trattamento. È l’infermiere che valuta la piaga e attribuisce una stadio di gravità, al IV stadio deve intervenire direttamente il medico ed eseguire, ad esempio, un debridement chirurgico o prescrivere una terapia antibiotica.

L’inosservanza da parte di ciascun operatore sanitario è punita con la legge per imperizia, negligenza o imprudenza.

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