Indice: Medicazioni avanzate ed elastocompressione per trattare ulcere vascolari

Le ulcere vascolari dell’arto inferiore, espressione della patologia vascolare complicata, in particolare venosa ma anche arteriosa come complicanza del diabete, sono in costante aumento parallelamente all’invecchiamento della popolazione.

Spesso compaiono sul malleolo mediale, cioè l’osso interno della caviglia. Di regola colpiscono le persone anziane con diverse malattie di base. La comparsa delle ulcere venose della gamba viene favorita dal diabete o dall’insufficienza cardiaca.

A causa della disfunzione cronica (termine medico: insufficienza venosa cronica), le vene non sono più in grado di trasportare il sangue rapidamente dalle gambe al cuore. Il sangue ristagna e dilata le vene. Questa stasi danneggia alla fine i più piccoli vasi sanguigni, i cosiddetti capillari. Questi riforniscono le cellule di ossigeno e sostanze nutritive e trasportano i prodotti della degradazione metabolica lontano dai tessuti. I capillari danneggiati non possono più svolgere adeguatamente questa funzione. Prima di tutto, la cute delle aree affette diventa più sensibile, perde la sua elasticità e diventa più dura. La cute può assottigliarsi e anche il trauma più lieve e inavvertito può provocare una ferita aperta con produzione di essudato, non così dissimile da una piaga da decubito. Entrambe, infatti, sono lesioni cutanee a lenta guarigione.

Per correggere questo difetto circolatorio e prevenire la comparsa di eventuali lesioni cutanee è di fondamentale importanza l’utilizzo della terapia compressiva con bendaggi appositamente studiati e calibrati sul paziente. Ricorrere a determinati tutori elastici e calze elastiche può essere un buon metodo.

Trattamento delle ulcere venose

Il trattamento locale delle ulcere venose deve seguire regole precise:

    • Eseguire regolare pulizia/cura della cute dell’arto inferiore. La pelle deve essere sempre mantenuta pulita.
    • Gestire la cute perilesionale.
    • Detergere regolarmente la lesione.

  • Scegliere la medicazione tenendo conto delle performance sotto compressione e del tempo di permanenza del bendaggio. Esistono presidi a compressione graduata.
  • Rimuovere regolarmente fibrina/slough, se presente, evitando che un ambiente umido.
  • NON sottovalutare/sottotrattare il dolore correlato alla lesione

 

Il ruolo delle medicazioni avanzate

L’utilizzo di medicazioni avanzate con caratteristiche di elevata assorbenza ha fatto sì che anche nelle ulcere con notevole essudato si possano applicare bendaggi fissi e a doppio strato.

Tra le più efficaci vi è la medicazione costituita da schiuma di poliuretano (Biatain) che permette, grazie alla sua struttura alveolare e tridimensionale, di assorbire ma anche trattenere l’essudato sotto elastocompressione.

Questa specifica caratteristica permette:

  • di ridurre il turnover del bendaggio;
  • di rispettare la cute perilesionale;
  • un miglior comfort del paziente;
  • una riduzione dei costi;
  • una riduzione dei tempi di guarigione.

L’introduzione in campo terapeutico di materiali quali, le schiume di poliuretano e gli alginati ha determinato un miglioramento nella gestione delle ulcere e dei bendaggi elastocompressivi. Inoltre oggi esistono bendaggi imbevuti di sostanze emollienti e rinfrescanti che costituiscono essi stessi una medicazione avanzata completa come le bende all’ossido di zinco

 

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