La classificazione delle piaghe da decubito è fondamentale per impostare un piano terapeutico adeguato. In più occorre accertarsi che tutti i prerequisiti di base per la cicatrizzazione della ferita siano rispettati: la pulizia della ferita, una circolazione ben funzionante, una nutrizione adeguata e un corretto apporto di liquidi sono essenziali per velocizzare il trattamento della lesione.

La corretta classificazione delle piaghe da decubito è fondamentale per la guarigione della ferita. Le lesioni possono essere classificate sia in base al colore della ferita che in base allo stadio della ferita (si parla in questo caso di stadiazione). Il primo passo nella valutazione di una piaga da decubito si basa su un’attenta osservazione clinica della lesione, dalla quale emergono diverse classificazioni.

Classificazione in base al colore

Lesione gialla: indica la presenza di slough, un tessuto di colore giallastro devitalizzato. In questa  lesione il letto dell’ulcera può apparire di color giallo, beige o biancastro a seconda della combinazione dei componenti dello slough, un mix di tessuti devitalizzati, materiale cellulare di sfaldamento, essudato, leucociti, e batteri.

Lesione verde: indica la presenza di infezione che può estendersi fino ai tessuti profondi. Una lesione infetta si cicatrizzerà più lentamente e porta con sé sintomi come eritemi, calore, tensione locale dei tessuti, secrezioni purulente e cattivo odore. Può portare a conseguenze più gravi come la sepsi sistemica e lo shock settico.

Lesione rossa: indica la presenza di tessuto di granulazione che identifica un processo di guarigione in atto. Il colore rosso è dato dalla elevata irrorazione sanguigna del tessuto, che risulta umido; questo processo è fondamentale per la cicatrizzazione della lesione.

Lesione nera: indica un processo di necrosi secca, che si genera quando un’area di tessuto non ha un adeguato apporto di ossigeno o nutrienti e diviene perciò non vitale. Il tessuto devitalizzato tende a disidratarsi e, perdendo umidità, forma uno strato spesso e duro dalla colorazione marrone/nero, che aderisce saldamente al letto della lesione o ai margini dell’ulcera. In questa fase il paziente prova molto dolore, causato dal tessuto che, disidratandosi, si contrae e mette in tensione i tessuti circostanti.

Lesione rosa: indica il processo di riepitelizzazione, ovvero la riparazione della ferita, caratterizzato dalla presenza di tessuto di colore rosa traslucido al di sopra del tessuto di granulazione. Il nuovo epitelio si forma a partire dalle estremità della piaga verso il centro.

Classificazione in base allo Stadio

Per una corretta classificazione delle piaghe da decubito, però, è fondamentale prendere in considerazione ulteriori caratteristiche, come la localizzazione della piaga, le dimensioni, il tipo di tessuto, i bordi, e considerare lo stato della cute intorno alla lesione. È utile perciò ricorrere ad un’altra classificazione, basata sugli stadi della piaga da decubito (stadiazione).

Stadio I: in questa prima fase la cute risulta intatta, con la presenza di eritema non sbiancante, generalmente in corrispondenza di una prominenza ossea. L’area può essere dolente, dura, molle, più calda o più fredda in confronto al tessuto adiacente.

Stadio II: in questa fase si registra una perdita di spessore del derma; si presenta come un’ulcera superficiale, lucida o asciutta e priva di slough. Tuttavia può anche presentarsi come vescicola intatta o aperta/rotta ripiena di siero o di siero e sangue.

Stadio III: in questo stadio il tessuto adiposo sottocutaneo può essere visibile, ma l’osso, il tendine o il muscolo non sono esposti. Può essere presente slough, ma senza nascondere la profondità della perdita tessutale. La profondità di una piaga da decubito di stadio III varia a seconda della posizione anatomica. Ad esempio, in aree come le narici, l’orecchio, l’occipite e il malleolo le lesioni di questo stadio possono essere superficiali. Al contrario, in zone con significativa adiposità possono essere molto più profonde.

Stadio IV: in quest’ultimo stadio si registra la perdita di tessuto a tutto spessore. Ossa, tendini e muscoli sono esposti, visibili o direttamente palpabili. Potrebbero essere presenti slough o escara. La profondità di una piaga da decubito di stadio IV può variare a seconda della regione anatomica. Le narici, l’orecchio, l’occipite e i malleoli non hanno tessuto adiposo sottocutaneo, e in queste zone le lesioni possono essere superficiali. Tuttavia, se in altre zone, le piaghe da decubito di stadio IV possono estendersi a muscoli e/o strutture di supporto (es. fascia, tendine o capsula articolare) rendendo probabile l’osteomielite o l’osteite.

Classificare correttamente una lesione da decubito è il primo passo da compiere per un giusto percorso di guarigione che indirizza verso la scelta delle medicazioni avanzate e del protocollo terapeutico più adatto alla piaga da decubito.

AUTORE: Dott.ssa Valeria Pisani

BIBLIOGRAFIAPrevention and Treatment of Pressure Ulcers: Quick Reference Guide. Emily Haesler (Ed.). Cambridge Media: Osborne Park,
Australia; 2014

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