Una lesione da decubito granuleggiante profonda è spesso caratterizzata dalla presenza di un essudato molto abbondante. L’ulcera granuleggiante è una piaga da decubito in cui il letto della lesione appare di colore rosso grazie alla presenza di tessuto di granulazione. In assenza di infezione questo tessuto ha un aspetto umido e presenta dei “bottoncini” di tessuto rosso vivo o rosa intenso; tale colorazione è dovuta all’alta vascolarizzazione che indica la corretta evoluzione della lesione da pressione verso la guarigione. Per questo motivo tale tipo di lesione da pressione viene classificata in base al colore come Lesione Rossa.

L’obiettivo è gestire opportunamente l’essudato per creare il giusto ambiente per la guarigione delle ferite. Gestire l’essudato nel caso delle piaghe da decubito con essudato molto abbondante, significa la macerazione della cute perilesionale, per trovare un equilibrio che favorisca la ricostruzione tessutale.

La detersione dell’ulcera granuleggiante

La detersione delle piaghe da decubito granuleggianti è di fondamentale importanza per mantenere la lesione pulita e impedire la colonizzazione batterica che rallenterebbe il processo di guarigione. Essendo un tessuto sano non occorre utilizzare detergenti aggressivi ma è consigliabile utilizzare una soluzione fisiologica che permetta di detergere, irrigare e idratare la lesione.

La fase di medicazione della lesione granuleggiante profonda con abbondante essudato

La medicazione delle ulcere granuleggianti dipende esclusivamente dalla quantità di essudato che la lesione produce in quanto, come detto in precedenza, la guarigione dipende in gran parte dalla gestione dell’umidità della ferita e quindi dalla creazione di un ambiente ottimale che stimoli il tessuto di granulazione a proliferare correttamente e a generare tutti quei meccanismi che portano alla guarigione.

In questa tipologia di piaghe da decubito l’obiettivo è assorbire l’essudato ed evitare la macerazione della cute perilesionale. La terapia maggiormente utilizzata in questo caso è la Terapia a Pressione Negativa.

La terapia a pressione negativa (TPN) rappresenta un trattamento aggiuntivo a cui si ricorre  nel momento in cui l’ulcera non raggiunge segni di guarigione significativi con medicazioni avanzate. A seconda della tipologia di ferita possono essere utilizzati sistemi monouso o sistemi più complessi, dotati di sistemi di raccolta per l’essudato.

  • La terapia a pressione negativa Monouso è indicata per le ferite meno profonde e consiste in un sistema di aspirazione tascabile, con un solo bottone di funzionamento. Tali sistemi sono formati da una piccola pompa portatile che può durare fino a 7 giorni e che genera una pressione negativa di circa -80mmHg. Questa piccola pompa è collegata ad una speciale medicazione, disponibile in diverse misure, che mantiene una pressione negativa sul letto di ferita e rimuove l’essudato dal letto di ferita attraverso l’assorbimento e l’evaporazione.
  • La terapia a pressione negativa con sistema di aspirazione in contenitore è adatta al trattamento di lesioni molto profonde e con essudato abbondantissimo. Il dispositivo è progettato per fornire Terapia a Pressione Negativa (NPWT, Negative Pressure Wound Therapy) a ferite in ambiente chiuso, per evacuare gli essudati dal fondo della ferita verso un canister di raccolta monouso, e facilitare così la guarigione delle ferite. Il sistema è composto da una console, da un canister integrato, per la raccolta dei fluidi aspirati, e accessori (opzionali) per il trasporto. Il sistema è dotato di filtro antibatterico e anti odore. L’ambiente chiuso viene creato applicando una apposita medicazione sterile al sito della ferita e collegando la ferita sigillata al dispositivo di aspirazione attraverso drenaggi e deflussori

 

 

 

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valeria pisani

Dott.ssa in Biotecnologie mediche molecolari e cellulari

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